TRE REFERENDUM. TRE MILIONI E TRECENTO MILA FIRME. RISULTATO STRAORDINARIO

“È un risultato straordinario e importante, che testimonia il consenso che le proposte della Cgil incontrano nel Paese”. Così il segretario generale del sindacato di Corso d‟Italia, Susanna Camusso, ha commentato ieri la raccolta di oltre 1,1 milioni di firme per ognuno dei tre quesiti referendari che accompagnano e sostengono la proposta di legge di iniziativa popolare della „Carta dei diritti universali del lavoro‟. Le firme sono state depositate in Cassazione.

Come si ricorderà, i referendum riguardano: la cancellazione del lavoro accessorio (voucher), la reintroduzione della piena responsabilità solidale in tema di appalti, una nuova tutela reintegratoria nel posto di lavoro in caso di licenziamento illegittimo per tutte le aziende al di sopra dei cinque dipendenti. Per il leader della Cgil il numero delle firme raccolte, che ieri mattina sono state depositate in Corte di Cassazione, è “il frutto del lavoro volontario dei militanti e dei delegati della Cgil, oltre che dell‟impegno di tutti i dirigenti, funzionari e collaboratori dell‟organizzazione, ai quali vanno il mio ringraziamento e quello di tutta la Cgil”.

“Ora attendiamo con fiducia – aggiunge Camusso – che la Corte di Cassazione si pronunci sull‟ammissibilità dei nostri quesiti referendari e siamo pronti per la prova del voto, convinti delle nostre ragioni”. Il segretario generale della Cgil ha poi ricordato che nei prossimi tre mesi proseguirà la raccolta di firme per la proposta di legge di iniziativa popolare „Carta dei diritti universali del lavoro‟. “Abbiamo raccolto oltre un milione di firme per ciascuno dei tre referendum abrogativi, possiamo fare ancora di più con le firme a sostegno della Carta. La #SfidaXiDiritti continua”, conclude Camusso.

http://www.cgil.it/lavoro-cgil-depositate-cassazione-oltre-33-milioni-firme-sui-tre- referendum/

Su Rassegna Sindacale il servizio, le foto di Marco Merlini e i video dell‟evento: http://www.rassegna.it/articoli/referendum-in-cassazione-depositate-oltre-33-milioni-di- firme

Sul sito della Cgil è possibile consultare tutti i documenti sulla Carta dei diritti universali in una pagina speciale. Oltre al testo della proposta di legge, sul sito della Cgil anche il commentario giuridico agli articoli della Carta. http://www.cgil.it/admin_nv47t8g34/wp- content/uploads/2016/01/Commentario_Carta_dei_diritti.pdf

Anche su Rassegna Sindacale e su Radio Articolo 1 sono state arricchite in questi mesi le pagine speciali sulla raccolta delle firme e in generale sulla campagna nazionale sulla riforma generale del diritto del lavoro. Il link alla pagina speciale di Rassegna: http://www.rassegna.it/speciali/carta-dei-diritti. Il link alla pagina speciale di Radio Articolo 1 con tutti i podcast sulla Carta dei diritti:

http://www.radioarticolo1.it/userdata/custom/static/firma-la-carta-dei-diritti.cfm. Tra le altre iniziative di Radio Articolo 1 da segnalare la trasmissione quotidiana dedicata all‟analisi e al commento della Carta dei diritti, articolo per articolo.

“E’ LA NOSTRA ALTERNATIVA AL DISAGIO SOCIALE”. SUSANNA CAMUSSO SUL FATTO QUOTIDIANO

Sul Fatto Quotidiano è Stefano Feltri a chiedere un commento al segretario generale della Cgil, Susanna Camusso sul risultato straordinario raggiunto con la raccolta delle firme sui referendum. “Il disagio sociale tende a trasformarsi in rifiuto di tutto. Noi proviamo a offrire un’alternativa”. Susanna Camusso, segretario della Cgil, non vuole ancora esprimersi sul referendum costituzionale di ottobre (presto lo farà), ma per tutto il 2016 ha lavorato a una battaglia anche referendaria, con 3,3 milioni di firme depositate ieri in Cassazione. Se il Parlamento non discute prima la proposta di legge di iniziativa popolare per la “Carta dei diritti universali del lavoro”. O decide il Parlamento, o decideranno i cittadini nel 2017 su ripristino dell’articolo 18, abolizione dei voucher e responsabilità solidale negli appalti. Segretario Camusso, in questa stagione di referendum tutti sono a caccia di firme. Come avete fatto a raccoglierne 3,3 milioni? Abbiamo fatto una consultazione delle iscritte e degli iscritti, più di 40 mila assemblee nei luoghi di lavoro, tra gennaio e marzo….Nella intervista al Fatto Quotidiano il segretario generale risponde a tutte le domande nel merito dei problemi del lavoro e degli scenari politici che si stanno aprendo. Ecco alcuni stralci della intervista che si potrà poi leggere integralmente anche sul sito della Cgil:

Volete ripristinare l’articolo 18, anche in imprese con cinque lavoratori. Non avevamo archiviato la questione? Chiede Feltri a Camusso:

“Abbiamo discusso a lungo se l’articolo 18 dovesse essere uno dei temi da proporre o no, se accettare la vulgata che è un tema che riguarda i vecchi’. Ma l’abolizione dell’articolo 18 ha imposto un approccio di subalternità, non più di subordinazione, ai rapporti di lavoro e ha introdotto l’ennesima divisione tra lavoratori, tra chi è ancora tutelato e chi non lo è. Oltre ad aver dato il messaggio che adesso tutto è lecito, come dimostrano vari casi di delegati licenziati.

Invece di abolire i voucher, non basta riformarli?

Quando una maionese è totalmente impazzita non ha rimedi, bisogna farne un’altra. I voucher hanno come presupposto non che ci sono lavori occasionali, ma che qualunque lavoro può diventare occasionale. Il governo promette tracciabilità, ma non elimina alcuna delle nefandezze che stanno avvenendo con la trasformazione di lavoro strutturato in lavoro destrutturato pagato in voucher.

Vi diranno che volete strozzare la competività delle imprese con lacci e lacciuoli.

Non mi pare che avere eliminato quei lacci abbia fatto aumentare gli investimenti. Siamo ai minimi storici. E comunque è ora che si ridiscutano le scelte.

Cosa cambierebbe con la modifica che proponete sugli appalti?

Prima della riforma Fornero, il committente aveva delle responsabilità e quindi si faceva carico di controllare la correttezza dell’impresa cui delegava il lavoro. Per evitare che chi ha ricevuto l’appalto sparisca senza pagare stipendi e contributi bisogna fare in modo che il committente vigili. Era una norma che funzionava ma l’hanno cancellata.

Come hanno reagito i partiti alle vostre richieste?

Abbiamo incontrato i gruppi parlamentari, non le forze politiche, perché spetta al Parlamento dibattere sulla Carta dei diritti universali del lavoro’. E molti ci hanno detto di essere pronti a discuterla. Ora torneremo alla carica.

È un referendum contro Renzi?

Noi non personalizziamo e i quesiti non riguardano solo leggi fatte dal governo Renzi. Questo esecutivo, come quelli precedenti, ha impostato una politica economica che si regge sulla riduzione del costo del lavoro e dei diritti dei lavoratori.

Il sindacato può intercettare quel malcontento che in Gran Bretagna ha contribuito alla Brexit?

La nostra idea non è sostituirci ai partiti. Siamo cose diverse. Ma se si guarda al voto italiano e a quello sulla Brexit si vede in entrambi i casi un gigantesco cartello che dice: il disagio sociale si trasforma in rifiuto di tutto. Noi proviamo a offrire un’alternativa.

AI referendum di ottobre sulle riforma che farete?

La Cgil dirà come sempre che bisogna andare a votare, visto che è un diritto e un dovere. Abbiamo dato un giudizio fortemente critico per ragioni di democrazia e per quello che il cambiamento delle forme costituzionali implicano per i lavoratori. Noi vogliamo informare, anche sulla base dei nostri giudizi critici, costruire un dibattito nel merito invece di schierarci subito. Poi, dopo aver discusso, tireremo le somme e decideremo le scelte da compiere..

LE FIRME PER I REFERENDUM SUGLI ALTRI QUOTIDIANI

I giornali nazionali e vari giornali locali hanno rilanciato oggi la notizia della consegna delle firme per i tre referendum. Sul Corriere della Sera: “Referendum sul Jobs Act, la Cgil a quota 3,3 milioni” (p.36). Sul Messaggero: “Lavoro, la Cgil raccoglie 3,3 milioni di firme per i referendum” (p.18). Sul Fatto Quotidiano, oltre alla intervista al segretario Camusso, il pezzo di cronaca di Carlo Di Foggia: “La bomba Cgil: 3,3 milioni di firme sulla testa di Renzi, firme contro Jobs Act e precariato” (p.2). Sul Manifesto scrive Antonio Sciotto: “La Cgil: 3 milioni di firme raccolte contro il Jobs Act. I quesiti in Cassazione, poi alla Carta dei diritti” (p.5). Per quanto riguarda le singole zone del Paese e le varie città, una carrellata completa della raccolta delle firme a livello locale su Rassegna Sindacale. Molti anche i titoli sui giornali locali. Qualche esempio: Gazzetta di Mantova: Firme a quota 3 milioni. Ciociaria Oggi: la Cgil raccoglie 50 mila firme. Gazzettino: Raccolte in Veneto 165 mila firme. Giornale di Brescia: La Cgil ha raccolto oltre 15 mila firme. Il Mattino di Padova: Cgil, 36 mila firme contro il Jobs Act. Nuova Sardegna: Cgil, firme a quota tre milioni. Il Piccolo: firme a quota tre milioni. Prealpina: referendum, 16 mila adesioni. La Sicilia: Carta dei diritti illustrata dalla Cgil.

RIFORMA DEI CONTRATTI. SCATTA LA CORSA VERSO IL TRAGUARDO?

Ne parla Nunzia Penelope sul Diario del lavoro. “Il sistema contrattuale potrebbe avere a giorni un nuovo modello di riferimento – scrive Penelope – Che in estrema sintesi dovrebbe essere il seguente: un contratto quadriennale, con due livelli, uno nazionale e un secondo aziendale o territoriale. Al primo livello il compito di definire l‟adeguamento del salario minimo, o meglio “di garanzia”, destinato, appunto, a garantire il potere d‟acquisto. Nel secondo livello si decideranno gli aumenti di produttività, determinati in azienda o sul territorio (consentendo così anche di cogliere le differenze tra nord e sud). E saranno anche trasferite in questa sede altre materie fin qui appannaggio del contratto nazionale: dagli orari alla flessibilità.

E’ questo, in sintesi, il contenuto del testo, propedeutico alla firma di un accordo, che le delegazioni delle organizzazioni degli Artigiani e dei sindacati Cgil, Cisl e Uil si sono scambiate nei giorni scorsi: frutto di una trattativa che va avanti da mesi ed e‟ ormai entrata in dirittura d‟arrivo, come ha annunciato il presidente di Confartigianato, Giorgio Merletti, nel corso dell‟assemblea annuale del 28 giugno. Il testo prevede, tra l‟altro, anche la riduzione dei comparti contrattuali dell‟artigianato da 9 a 4 (trasporti, edilizia, servizi e industria, ma l‟intento e‟ di arrivare poi a un contratto unico) e il rilancio della previdenza integrativa.

L‟obiettivo delle parti è di firmare questo accordo entro il mese di luglio. Ma si tratta di una corsa contro il tempo….Per leggere l’articolo completo di Nunzia Penelope:

http://www.ildiariodellavoro.it/adon.pl?act=doc&doc=60603#.V3Z-qvnWkW1

E SUL CONTRATTO DEI METALMECCANICI?

Su La Stampa Paolo Baroni parla invece di Federmeccanica: “Lo scontro su regole e contratti” (p.16). Sull‟assemblea di Federmeccanica scrive anche Matteo Meneghello sul Sole 24 ore: “Meccanici, un contratto per la svolta” (p. 13). Il presidente Storchi parla della necessità di “abbandonare la conflittualità…”e ripropone la formula dei salari legati ai risultati aziendali.

I GRANDI INTERROGATIVI DOPO LA BREXIT
SE HA VINTO IL LEAVE È ANCHE COLPA NOSTRA. AUTOCRITICA DELL’ECONOMIST

Sul sito dell’edizione italiana dell’Huffington Post viene rilanciata l’autocritica del prestigiosissimo Economist. A far vincere il Leave al referendum sulla Brexit è stata soprattutto la rabbia di chi si è sentito lasciato indietro da globalizzazione e liberalismo economico. Una rabbia “giustificata” di cui sono responsabili i “sostenitori della globalizzazione, tra cui questo giornale”. E’ il mea culpa dell’Economist, che in un editoriale intitolato “La politica della rabbia” fa il punto sugli errori di tecnocrati, politici e

media che hanno portato ampi settori dell‟elettorato – dal Regno Unito alla Francia, passando per gli Stati Uniti – a ribellarsi contro il liberismo internazionale.

QUALE FUTURO PER L‟EUROPA? DURANTE (CGIL) SU RADIO ARTICOLO 1

C‟è un futuro per l‟Europa? Questa la domanda alla quale ha cercato di rispondere ieri su Radio Articolo 1 Fausto Durante, responsabile delle politiche europee e globali della Cgil. “Si continua a balbettare – ha esordito il dirigente sindacale – e a rinviare il tempo delle decisioni. Il vertice europeo dei giorni scorsi, in cui il tema della Brexit è stato dominante, ma anche l’ultimo summit sull’immigrazione, hanno fatto segnare l’ennesimo documento, l’ennesima dichiarazione, a cui, peraltro, poi non seguono mai atti concreti. La Ces ha fatto proposte assai precise, a Junker chiediamo di affrontarle subito e di mettere attorno a un tavolo i Paesi che devono gestire l’emergenza dal punto di vista umanitario e sanitario, quelli del sud d’Europa, che sono oggetto del flusso di arrivi, e il resto dei Paesi europei, presso i quali è necessario attivare politiche di accoglienza e integrazione. Non è più possibile pensare di scaricarsi la coscienza con l’accordo – vergognoso – che l’Ue ha fatto con la Turchia, e con lo scaricabarile dei governi del centro e del nord Europa che lasciano solo al Paesi del sud il tema dell’accoglienza”.

Per riascoltare l‟intervista a Durante è disponibile il podcast:

http://www.radioarticolo1.it/audio/2016/07/01/28813/ce-futuro-per-leuropa-interviene- fausto-durante

Il CAPITALISMO HA BISOGNO DI REGOLE. PARLA PIKETTY

Che cosa succederà ora dopo la Brexit? Qual è il senso profondo del referendum inglese? A queste domande risponde su La Repubblica alle domande di Anais Ginori, l‟economista francese Thomas Piketty. (p.9) «Più che un voto contro l’Europa, la Brexit esprime soprattutto un segnale contro l’immigrazione e la globalizzazione». Grazie ai suoi studi sulla storia del debito e delle disuguaglianze, Thomas Piketty inquadra il nuovo terremoto che ha scosso l’Unione europea in un contesto più ampio di disaffezione per l’ideologia della libera circolazione eun sintomo della crisi del capitalismo. «Una tendenza internazionale nella quale però l’Europa ha le sue responsabilità, spiega l’economista francese, autore de ” Capitale del XXI secolo’. La Brexit rappresenta anche la fine di un ciclo della gìobalizzazione? Si avverte sempre di più la necessità di una regolamentazione del capitalismo. Abbiamo bisogno di istituzioni democratiche forti che possano limitare la crescita delle disuguaglianze, e rovesciare il rapporto di forza…

MONDIALI ANTIRAZZISTI A MODENA DAL 6 AL 9 LUGLIO

“Non è un caso che i Mondiali Antirazzisti vadano avanti da 20 anni: sono stati capaci di evolversi nel tempo e interpretare il presente attraverso lo sport”. Così Mauro Valeri, sociologo responsabile dell‟Osservatorio su razzismo e antirazzismo nel calcio, è intervenuto alla conferenza stampa di presentazione della manifestazione Uisp. La festa di sport, musica, cultura per l‟integrazione e contro ogni forma di discriminazione tornerà anche quest’anno nel Parco di Bosco Albergati, a Castelfranco Emilia, in provincia di Modena, dal 6 al 10 luglio. Prevista la partecipazione di cinquemila giovani da tutta Europa, 184 squadre tra calcio, basket, pallavolo e rugby, 400 partite no-stop, 300 volontari, 24 campi dove si giocherà simultaneamente: questi sono i numeri della manifestazione. Il calcio d‟inizio è previsto giovedì 7 luglio alle ore 15: da quel momento prenderanno il via partite non stop, autoarbitrate, con squadre miste composte da migranti, tifoserie ultrà, ragazze e ragazzi di varie città italiane ed estere.

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