Da poco terminata la grande manifestazione di Bologna che ha visto sfilare con una straordinaria partecipazione per le strade del Centro sino al Palazzo Direzionale Centro-Nord di Via Zanardi, migliaia di postali, per protestare contro l’insensata prevista privatizzazione della più grande azienda di servizi del Paese, ed una altrettanto inefficiente e preoccupante riorganizzazione del recapito.
Le lavoratrici e i lavoratori delle Marche, poiché un’ordinanza ha vietato le manifestazione nella nostra regione per via del terremoto, sono partiti con ben sei pullman, per portare la loro voce e una presenza concreta fatta anche di testimonianze dalle zone terremotate.
Molto apprezzato infatti l’intervento della collega portalettere di Amandola, Michela Gionni che ha sottolineato come quelle zone sono già state dimenticate con la chiusura di uffici postali e che con il terremoto si rischia di vedere definitivamente abbandonate se Poste Italiane S.p.A. non inverte la rotta!
Uno sciopero quindi importantissimo per i postali, per il futuro di poste e per la difesa dell’occupazione, il terzo in venti anni.
Le lavoratrici e i lavoratori hanno ben chiara la vocazione industriale, di mercato ma anche sociale dell’azienda e non si rassegnano al declino del servizio di distribuzione, alla contrazione costante del servizio universale ed alla sempre più spinta connotazione “bancaria” dell’azienda.
Nella foltissima delegazione marchigiana spiccava lo striscione dei lavoratori del CMP di Passo Varano,contro la prevista chiusura del centro che da sola creerà decine e decine di esuberi.