07/08/2020 – Due incidenti sul lavoro in due giorni: prima il mortale ribaltamento della gru a Falconara Marittima, poi l’infortunio, per fortuna meno grave, al porto di Ancona.
Se la casualità non si discute è del tutto evidente che siamo di fronte alla conferma dei tanti allarmi e della tante segnalazioni di “quotidiana” pericolosità, di cui la CGIL ed il sindacato tutto – da anni – si fa portatore.
“Commozione” e “sgomento” – seppure sentimenti sinceri – rimangono categorie dell’anima: qui servono in vece scelte forti e chiare, e comportamenti lineari e conseguenti, da parti di imprese e istituzioni.
Le ultime due vicende – aldilà di quanto sapranno evidenziare inquirenti e magistratura – si segnalano entrambe per la condizione materiale di solitudine in cui i lavoratori coinvolti si sono trovati ad operare: è troppo denunciare come questo sia già da solo la spia di qualcosa che non va?
Da anni chiediamo un rafforzamento dei Servizi di Prevenzione ASUR, così come dell’Ispettorato del Lavoro. Ci aspettiamo che, una volta di più, alle parole seguano i fatti: a cominciare da Regione e ASUR, in tema di accelerazione massima delle procedure di reclutamento.
Agli Enti pubblici appaltanti chiediamo di esserci al fianco nella pretesa della massima chiarezza sull’accaduto. Prima ancora, però, di impostare qualsiasi assegnazione di opere e servizi non su criteri di mero risparmio ma di pieno rispetto delle regole contrattuali e di sicurezza,
Diversamente, ogni affermazione di comprensione, solidarietà e vicinanza striderebbero.
Alle imprese, che così spesso – anche in questi giorni ed anche per bocca di loro autorevoli rappresentanti – pensano di scansare il tema come fosse d’altri ( magari perché un dato statistico dice semplicemente ciò che sarebbe sacrosanto dire : ovvero che lavorare in tempo di pandemia non può significare esporsi a rischi eccessivi), ricordiamo come questo paese e questa regione siano pesantemente colpiti in termini d’infortunistica: nel 2019 la provincia di Ancona, in particolare ha visto crescere gli infortuni del 4,4%, a fronte di un dato nazionale dello 0.5%.
Non è dunque consentito proprio a nessuno di tirarsi fuori dal tema con eccessiva leggerezza: anzi, occorre allargare con determinazione rete e formazione di degli RLS e degli RLST, a cominciare proprio dal porto di Ancona.
Come CGIL, assieme agli altri sindacati, continueremo a denunciare ciò che non va, ma anche a costruire risposte nuove e migliori in termini di tutela della sicurezza individuale per i lavoratori e di gestione corretta e puntuale degli appalti: nessuno pensi di sfuggire alle proprie responsabilità con due minuti di emotività!