25/11/2020 – 25 novembre 2020: Giornata mondiale per l’eliminazione della violenza contro le donne.
Un 25 novembre diverso da quelli trascorsi.
Diverso, perchè segnato dalla pandemia in atto che ha generato un’emergenza dentro l’emergenza, poichè a livello globale, ma anche a livello nazionale e territoriale ha determinato e sta determinando un preoccupante aumento dei casi di violenza domestica.
Diverso, ma drammaticamente uguale a quelli passati, perchè la violenza contro le donne è, purtoppo, un male antico e trasversale che interessa tutto il mondo e, come tale, deve essere estirpato per garantire a tutte le donne il diritto alla dignità e alla libertà.
Secondo i dati ISTAT, le richieste di aiuto al 1522, il numero messo a disposizione dal Dipartimento delle Pari Opportunità per sostenere ed aiutare le vittime di violenza, sono aumentate in modo preoccupante durante il lockdown di marzo e aprile di quest’anno .
A livello globale 1 donna su 3 ha subito forme di violenza, soprattutto tra le mura domestiche.
Il rapporto EURES conferma che con la pandemia le vittime di violenza sono l’11% in più rispetto all’anno passato e che sono ben 91 le donne che dall’inizio del 2020 hanno perso la vita per mano di uomini violenti, la maggior parte dei quali erano partener o ex.
A questo dato allarmante, purtoppo, si aggiungono i due femminicidi avvenuti proprio in questa giornata simbolica, entrambi in ambito familiare.
Ma non è solo all’interno delle abitazioni che si esercita la violenza sulle donne; le cronache e le statistiche confermano che in tutti i contesti in cui si articola il nostro vivere quotidiano (familiare, sociale, politico, lavorativo) ci sono donne vittime di forme differenti di violenza.
Perchè non c’è solo la violenza fisica, sessuale o quella che arriva alle sue forme più estreme; esiste anche la violenza subdola e strisciante del ricatto, dello svilimento, dell’umiliazione, delle molestie.
Come pure è violenza su violenza l’utilizzo di certi linguaggi che, paradossalmente, rovesciano i ruoli, condannando le vittime ad essere colpevoli.
NON C’E’ ALCUNA FORMA DI VIOLENZA CHE POSSA LEGITTIMARSI!!! MAI!!!
La CGIL è da sempre impegnata nella lotta contro le molestie e la violenza che si consumano all’interno dei luoghi di lavoro, per ribadire con forza che molestie e violenza non possono e non devono essere parte del lavoro.
L’importanza economica e sociale del lavoro delle donne, in qualsiasi ambito si esplichi, è del tutto evidente e tanto più lo è in questo momento storico in cui la pandemia ha colpito anche il lavoro, in particolare il lavoro delle donne.
La mancanza di lavoro, la perdita del lavoro o la rinuncia allo stesso, come pure il ricorso sempre più frequente da parte delle donne al part- time involontario, i troppi gap ancora esistenti nelle retribuzioni e nelle carriere sono anch’esse forme di violenza economica che limitano la libertà e la dignità delle donne esponendole ancora di più al controllo e ad atti di potere e di ricatto dentro e fuori i luoghi di lavoro.
Per contrastare questi fenomeni l’impegno del sindacato, della CGIL, è costante e prioritario e va agito, innanzitutto, nei luoghi della contrattazione a vari livelli.
La strada da fare è ancora lunga e tortuosa. È necessario realizzare una vera propria rivoluzione culturale che renda ognuno più consapevole che la violenza sulle donne è una sconfitta per tutti.
E’ grazie alle lotte e alla mobilitazione di tante donne se oggi abbiamo conquistato convezioni ed accordi importanti, ma non basta!!!
E’ necessario che quegli accordi e quelle convenzioni vengano applicate concretamente ed è anche compito del sindacato renderle parte integrante della propria azione.
L’impegno delle donne e degli uomini della CGIL nel contrastare tutte le forme di violenza non viene meno, soprattutto quest’anno; per questo la nostra azione politico-sindacale quotidiana si accompagnerà all’impegno di dare ascolto e sostegno, anche attraverso la contrattazione, a tutte le donne vittime di qualunque forma di violenza.